Imparare a litigare (bene)


Nel 99% dei casi, quando una coppia NON litiga è tutt’altro che un buon segno. A volte può indicare l’assenza di una reale comunicazione emotiva (“Non abbiamo mai parlato di certe cose e va bene così, si sistemeranno da sole”), oppure la paura che il partner ci abbandoni nel momento in cui mostriamo di essere in disaccordo o arrabbiati (“Se le faccio notare questa cosa potrebbe arrabbiarsi e non lo potrei sopportare!”).

Altre motivazioni potrebbero essere il timore che da una banale discussione si crei una litigata feroce a causa di un crescendo di cose rinfacciate e vecchi rancori (“Se poi iniziamo a discutere sul perché si è comportato in quel modo finiamo per parlare anche di quanto accaduto un mese fa e non voglio rovinarci il week end!”) o una reazione di svilimento da parte dell’altro, una volta che ci siamo mostrati feriti e vulnerabili (“Ho fatto così fatica  dirgli che ero gelosa e lui mi ha deriso..non mi aprirò mai più..”).

 

La buona notizia è che litigare fa bene, perché dove c’è confronto c’è crescita. I silenzi possono ripagare nel breve termine, evitando il fastidio e il timore di rovinarsi la giornata e la relazione, ma possono alzare muri irreversibili nel lungo termine, fino al momento in cui ci rendiamo conto di condividere il tetto con una persona pressoché estranea.

Un’altra buona notizia è che si può imparare a litigare bene, in modo leale e costruttivo. L’importante è comportarci dando importanza a tre cose:

1) Quello che diciamo

Per prima cosa dobbiamo pensare a cosa vogliamo ottenere. Vogliamo avere un altro litigio o vogliamo costruire e rafforzare la nostra relazione? Se desideriamo questo, allora quali tipi di parole potrebbero essere più efficaci? Per esempio, se stessi affrontando questo problema con il tuo migliore amico o con qualcuno che davvero stimi, cosa diresti a questa persona?

Se vogliamo qualche possibilità di raggiungere un accordo amichevole con il partner, un accordo che possa soddisfare i nostri bisogni senza che la relazione ne risulti danneggiata, allora dovremo fare richieste in modo amichevole. Chiediamo con calore ed educazione quello che vogliamo ed esprimiamo gratitudine quando lo riceviamo, invece di darlo per scontato.

2) Quando lo diciamo

 

Se stiamo per affrontare una questione difficile o impegnativa, ha senso scegliere saggiamente il momento. Quando è più probabile che il nostro partner reagisca in maniera positiva?

Brutti momenti per avere queste discussioni potrebbero essere quando uno dei due è stanco, irritabile, ha avuto una brutta giornata, i bambini fanno i capricci o si è entrambi stressati. Momenti migliori sono probabilmente quelli in cui si è riposati entrambi e l’ambiente non è così stressante.

Potrebbe essere utile anche uscire dal solito ambiente: per esempio, fare una passeggiata nel parco o parlarne davanti ad una tazza di caffè al bar.

3) Come lo diciamo

Se le parole che usiamo sono importanti, anche l’atteggiamento con cui le pronunciamo è importante. Se la nostra voce è forte e ostile, se l’espressione del viso è arrogante e sprezzante, se la postura del nostro corpo comunica risentimento e frustrazione, allora non importa quanto belle e poetiche siano le nostre parole, non saranno comunque accolte bene.

E’ bene quindi che il nostro corpo e il nostro tono di voce siano volte all’apertura nei confronti dell’altro e che non assumano mai toni sarcastici, svilendo quello che sta dicendo il nostro partner.

Dott.ssa Sabrina Franzosi – Psicologa Psicoterapeuta a Bologna e Molinella

 

Harris R., Se la coppia è in crisi, Franco Angeli, 2009.

 

 

 


Dott.ssa Sabrina Franzosi Psicologa Psicoterapeuta - Studio Privato in Viale Oriani, n° 39- 40137 Bologna - Tel. 339.3643877 E-Mail: info@sabrinafranzosi.it

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