Hoarding: possedere tutto e niente.


Chi più possiede, più debbe temere di non perdere. Leonardo da Vinci

 

Hoarding, Sillogomania, Accaparramento Patologico, Accaparramento compulsivo, Disposofobia, Mentalità Messie, Sindrome di Collyer.

Raramente così tante parole riconducono ad un unico disturbo.

Al giorno d’oggi per Hoarding [incoronando questo termine per merito della sua diffusione internazionale] si intende un disturbo mentale caratterizzato da un bisogno ossessivo di acquisire [senza utilizzare né buttare via] una notevole quantità di sostanze indifferenziate, oggetti , cibo. Scatolette di cibo vuote, indumenti vari nuovi mai usati, usati, anche se gli elementi sono inutili, pericolosi, o insalubri diventano protagonisti della casa. L’accaparramento compulsivo provoca impedimenti e danni significativi ad attività essenziali quali muoversi, cucinare, fare le pulizie, lavarsi e dormire, perché lo spazio è occupato e pressato dalla roba al punto che diventa protagonista della casa e , l’hoarder sembra che debba essere cacciato fuori dallo spazio in cui normalmente vivrebbe, ma ormai non può più possedere.

Nonostante molti hoarders riescano a nascondere bene [anche] il loro problema tra le mura casalinghe, i dati mostrano un incremento del fenomeno negli ultimi anni, tanto che in America è stata mandato in onda un docu-reality sulla TLC dal nome ‘Hoarding: Buried Alive’ nell’anno 2010, trasmesso poi in Italia da Real Time con il nome ‘Sepolti vivi’. Ogni episodio viene dedicato a due diverse storie in cui gli hoarder vengono aiutati da uno psicoterapeuta e da un personal organizer a rendere nuovamente agibili gli spazi abitativi liberandosi di tutti i beni inutili accumulati nel corso degli anni.

L’hoarding comincia a farsi strada nella psicopatologia con il nome di Sindrome di Collyer attraverso l’inquietante vicenda di due fratelli vissuti nei primi anni del ‘900 a New York.  In seguito alla morte dei genitori, i fratelli Collyer cominciano ad  isolarsi sempre di più nella loro casa e ad assumere comportamenti bizzarri, tra cui raccogliere gli utensili più disparati senza mai effettuare una cernita. La loro condotta di vita peggiora ulteriormente nel momento in cui uno dei due fratelli perde la vista, evento che li relegherà nella casa-discarica fino al ritrovamento dei loro cadaveri da parte della polizia. Nella loro abitazione sono stati ritrovati assembramenti di oggetti a dir poco curiosi, tra cui: pezzi di violino, carrozzine deformate, scatoloni pieni di bicchieri rotti, decine di ombrelli, manichini, 14 pianoforti. Ma anche candelabri, cavi elettrici attorcigliati, il tutto accompagnato da decine di sacchi di immondizia mai gettati.

Per la prima volta nella storia si comincia a parlare della smania di conservare qualsiasi cosa, anche la più inutile. Generalmente questo comportamento è ritrovabile in quegli individui costretti ad una vita estremamente solitaria;  la sindrome spesso inizia con la difficoltà a liberarsi di ricordi cari, acutizzata  da timori di genere finanziario [non si butta via nulla!], per poi precipitare in una vera e propria fobia di separazione dagli oggetti.

Accanto agli individui che accatastano oggetti senza alcun criterio, esiste una percentuale di soggetti che invece dedica il loro accumulo verso oggetti appartenenti ad una stessa categoria. Finora sono state delineate tre ‘collezioni’:

Accumulo digitale: accumulo di tutto ciò che è scaricabile dal web [dvd, cd, e-book, musica, programmi televisivi, fumetti]; gli individui affetti da questo disturbo posseggono ogni episodio di qualsiasi serie, ogni traccia audio di qualsiasi discografia, conservano tutte le e-mail inviate/ricevute da anni, non buttano nel cestino mai un documento.

Bibliomania: accumulazione compulsiva di libri al punto che le relazioni sociali o la salute sono compromesse. Costitituisce uno dei tanti disordini psicologici associati ai libri; la bibliomania è caratterizzata dall’atto di collezionare libri che non hanno nessuna utilità o nessun valore per il normale collezionista. L’acquisto di molteplici copie dello stesso libro e edizione e l’accumulo di libri oltre la possibile capacità d’uso o fruizione sono sintomi frequenti della bibliomania.

Animal hoarding: compulsione a raccogliere animali, animati dalle più nobili intenzioni: questo comportamento, però, porta a ‘collezionare’ una quantità sempre maggiore di bestie per rinchiuderle nello spazio angusto di una casa, in condizioni di degrado e parziale abbandono, in condizioni igienico – sanitarie oltre il limite.

Fino ad oggi nel DSM-IV  l’hoarding è stato sempre trattato come una sfumatura del disturbo ossessivo compulsivo, data la conclamata compulsione nell’accumulo-senza-mai-buttare. In realtà il discorso nosografico appare tutt’altro che archiviato: con la redazione del DSM V, molto probabilmente, ci sarà un distaccamento dalla grande famiglia del DOC, andando a costituire una categoria diagnostica a parte.  Questo è dovuto alle ultime ricerche neurologiche, le quali evidenziano come in realtà il nocciolo della questione non sia tanto la compulsione dell’accumulo, quanto un’incapacità neuronale di decisione a portare l’individuo alla conclusione  “lo tengo qui da parte, potrebbe sempre servirmi”:  la persona non vuole accumulare, ma ha una vera e propria difficoltà nel discernere l’[in]utilità dell’oggetto che ha di fronte.

Perchè ciò avviene? [contributo del Prof. R.Pani]

Dalla esperienza di uno di noi [R.Pani],  si é potuto  constare che gli hoarders sono persone depresse che hanno mantenuto uno stile di vita simbiotico-fusionale con persone che hanno idealizzato e che hanno perduto. Le persone potrebbero coincidere con parenti, genitori, persone amate come mariti, mogli, figli, fidanzate/i amici/che il lutto dei quali o del quale che segue la perdita non è stato elaborato. Il meccanismo di difesa è usato appunto per riattivare l’oggetto perduto e riportare il soggetto alla situazione idealizzata e fusionale: il meccanismo di difesa si identifica con lo spostamento per mezzo dll’atto simbolico di trattenere  oggetti accapparati di qualunque tipologia. Tali atti compulsivi che mirano al non separarsi più da niente corrispondono alla fantasia di compiere un rituale simbolico che è finalizzato al non perdere più la roba che viene conservata in casa. La roba quindi corrisponde alle stesse persone amate che simbioticamente vengono mantenute fisicamente , ma in realtà interiormente, attraverso gli oggetti stessi dai quali è assai doloroso separarsi.

… Ho visto urlare, abbracciati agli assistenti sociali, psicoterapeuti, medici, etc  mentre gli oggetti custoditi dagli hoarders nella propria casa venivano portati via dai camion a quintali per ordinanze comunali a fine igienico sanitario …

 

Dott.ssa Sabrina Franzosi – Psicologo Bologna

  

Per approfondimenti:

Intervista sulla Disposofobia 



Dott.ssa Sabrina Franzosi Psicologa Psicoterapeuta - Studio Privato in Viale Oriani, n° 39- 40137 Bologna - Tel. 339.3643877 E-Mail: info@sabrinafranzosi.it

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