Il percorso psicologico che riguarda la coppia, può essere una semplice consulenza o un vera e propria terapia di coppia.
Mentre la consulenza si riferisce ad un momento di difficoltà in cui i due partner si trovano a dover prendere una decisione importante o a dover affrontare un momento difficile, la terapia ha come obiettivo quello di sanare una vera e propria crisi, in corso da tempo.
Generalmente le incomprensioni e il distanziamento tra i due partner possono generare da situazioni che possono essere così raggruppate:
Con la terapia di coppia il professionista si prefigge l’obiettivo di guidare i due partner nella presa di consapevolezza del vero motivo che ha scatenato il disagio, trovando insieme a loro possibili soluzioni per poterlo arginare e trovare nuove modalità di comportamento e comunicazione, che siano volti ad un cambiamento che possa riportare equilibrio e maggiore serenità.
Ma…come funziona la terapia di coppia?
Quando una coppia mi contatta la prima volta in cerca di un aiuto, mi pone spessissimo la domanda “Può dirmi come funziona? Non ho mai fatto terapia di coppia..”. Questo dubbio è più che legittimo, in quanto la terapia di coppia differisce da quella individuale per alcuni aspetti basilari. Ho ritenuto utile stilare per punti qualche principio che seguo nella conduzione di una terapia di coppia, al fine di chiarire le aspettative su questo tipo di percorso.
Prima di proseguire, sottolineo che questo è la metodologia che seguo personalmente, in linea con il mio approccio terapeutico di riferimento (Perché l’approccio cognitivo comportamentale?) e che un altro psicoterapeuta potrebbe procedere in modo differente, seguendo altre teorie e tecniche.
La prima informazione è meramente tecnica: la durata di un incontro di coppia è di 75 minuti e la frequenza degli incontri è bisettimanale. Spesso mi viene chiesta anche la durata del percorso, è una domanda davvero difficile a cui rispondere, in quanto ci sono troppe variabili da tenere in considerazione: il problema riferito, la storia dei partner, la motivazione e l’impegno profuso dagli stessi, la continuità degli appuntamenti..per essere trasparente, dico sempre che per un buon percorso sono necessari almeno sei mesi. Generalmente, con queste tempistiche, è realistico aspettarsi un primo miglioramento nella relazione, quantomeno nelle capacità di ascolto e comprensione dei partner.
Il primo colloquio sarà di coppia, quindi con la presenza di entrambi i partner; successivamente riservo uno/due colloqui individuali con entrambe le persone, al fine di conoscerne meglio il vissuto soggettivo, la storia familiare, il passato, la percezione della coppia, ma anche valutarne la motivazione al percorso. Al termine di questi incontri singoli, formulerò un quadro della situazione e lo condividerò con entrambi, sottolineando i punti di forza rilevati e gli elementi di criticità su cui ritengo necessario lavorare insieme.
Un’evenienza importante da mettere in conto, nel momento in cui si decide di intraprendere un percorso di coppia, è che questo, purtroppo non è necessariamente volto alla riconciliazione della coppia. Molte volte si arriva a chiedere aiuto allo specialista quando è troppo tardi o quando eventi di vita hanno fatto sì che i coniugi si siano allontanati troppo. Per diversi motivi e situazioni, a volte, il percorso assume la forma di un processo di elaborazione della chiusura della relazione e un accompagnamento alla separazione definitiva, nel miglior modo possibile.
Un punto saldo su cui si andrà a lavorare sarà il miglioramento della comunicazione empatica, dal momento che la stragrande maggioranza delle coppie in crisi ha un unico grande problema: la difficoltà nel comunicare i propri bisogni e stati d’animo. E’ quindi una mia priorità quella di trasmettere ai partner alcune tecniche basilari di comunicazione assertiva (Cosa si intende con comunicazione assertiva?) e ascolto empatico.
Un ultimo punto che mi preme ricordare, ma non per questo meno importante, è la necessità di impegno e motivazione dei partner. Come per la psicoterapia individuale, anche la psicoterapia di coppia funziona ad un’unica condizione: continuare il lavoro fatto in seduta a casa. Spesso consegno schede, esercizi da fare in coppia, stralci di libri da leggere…senza i “compiti a casa”, l’incontro con lo psicoterapeuta può essere un aiuto, ma non risolutivo. Credo dunque che chi abbia l’intenzione di intraprendere questo percorso debba mettersi in discussione e capire quanto impegno voglia dedicarvi e quanto sia disposto/a a mettersi in discussione di fronte al partner.
Maggiori informazioni
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Dott.ssa Sabrina Franzosi Psicologa Psicoterapeuta - Studio Privato in Viale Oriani, n° 39- 40137 Bologna - Tel. 339.3643877 E-Mail: info@sabrinafranzosi.it
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